In una semplice mattinata di un banale giovedì di Ottobre, per il mondo udinese è arrivata una notizia tanto altisonante quanto inaspettata. “La famiglia Pozzo è in trattative avanzate per vendere una quota significativa dell’Udinese a un investitore statunitense. L’accordo dovrebbe includere anche una quota di minoranza, probabilmente intorno al 10%, del Watford". Ad esprimersi così è il portale inglese The Athletic. Come spesso accade, l’evoluzione andrà seguita e verificata, tant’è che ora, a parole, tutta la questione si chiude ad una “semplice” trattativa.
Una trattativa che poi a livello significativo poi tanto semplice non è, visto la storia che lega il club friulano alla famiglia Pozzo. Il patron Pozzo infatti, rilevò l’Udinese da Lamberto Mazza nel Luglio del 1986, in una situazione complicata per il club bianconero. I primi anni della gestione Pozzo non furono così buoni, con un’altalena tra Serie A e Serie B che terminò però poi nel 1995: da quell’anno infatti, l’Udinese milita stabilmente nella massima categoria del campionato italiano, collezionando quindi 27 apparizioni consecutive in Serie A. Già di per sé, questo risultato è qualcosa di non banale per un club come l’Udinese, che però ha saputo quasi renderlo tale visto il percorso, la crescita e i risultati ottenuti in questi anni, che hanno contribuito anche a dare una dimensione europea al club. Nel solcare i grandi palcoscenici internazionali, il culmine di questo percorso è stato toccato molto probabilmente con l’accesso alla UEFA Champions League 2005-2006: impossibile da dimenticare la vittoria ai preliminari contro lo Sporting Lisbona che garantì il passaggio ai gironi dove l’Udinese incontrò Panathinaikos, Werder Brema, ma soprattutto il Barcellona di Ronaldinho, Eto’o e Deco, che al termine della campagna europea vinse poi la coppa dalle grandi orecchie. La Champions League è poi stata solamente sfiorata (i preliminari del 2011 e del 2012 non ebbero l’esito che il popolo friulano sperava), ma nonostante questo l’Udinese ha saputo collezionare anche otto qualificazioni alla Coppa Uefa, dove spesso ha figurato in maniera ottimale ed importante.
Tralasciando l’aspetto puramente tecnico e di campo, la gestione Pozzo ha saputo dare molte garanzie anche in tanti altri aspetti. Specialmente negli ultimi anni, in cui il mercato e i prezzi relativi al mondo del calcio hanno raggiunto livelli altissimi, forse anche folli per certi versi, la società bianconera ha saputo mantenere la concretezza necessaria per non portare il club in situazioni economiche complicate e difficili da sistemare. Al contempo, è stata una proprietà che ha saputo anche investire: l’esempio più lampante è l’ammodernamento e la creazione del nuovo Stadio “Friuli”. Non è un caso infatti che l’Udinese sia una delle squadre che ha saputo muoversi prima di tutti in questo senso e una delle squadre che al giorno d’oggi possiede una struttura da fare invidia a molti club. Il periodo concerne con la ristrutturazione del nuovo stadio è stato probabilmente il periodo più difficile a livello di risultati, certo, ma ora che da qualche anno l’Udinese ha completato i lavori della sua casa, avendo a disposizione uno stadio di nuova generazione, il percorso di crescita della squadra sembra essere definitivamente ripreso, vedasi la seconda parte dello scorso anno e soprattutto il meraviglioso inizio di quest’anno.
Sicuramente in un calcio in continua evoluzione, l’ingresso di nuovi partner potrà fornire un aiuto concreto, se effettuato nella maniera giusta. E’ ancora molto presto per parlare in maniera definitiva e non sapremo sicuramente in tempi brevi come si evolverà la situazione. Concedeteci di dire però che la gestione Pozzo, sia con i suoi pregi che con i suoi difetti, va comunque presa d’esempio nel caso che un’altra proprietà subentri alla guida dell’Udinese. Il club friulano è un club con principi e valori forti, e la cosa sicura è che il suo futuro dovrà passare proprio da questi ultimi.
Autore: Mirko Mauro / Twitter: @mirkomauro95
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