Mi ero ripromesso di non scrivere più di Udinese. Di questa Udinese, incapace di trasmettere emozioni. Mi correggo: emozioni positive.
L'accordo con il direttore di questa testata era che dovessi seguire il basket, così è stato. Me ne sono stato zitto da quando Cioffi, mia grande speranza rimasta inattesa, prese il posto del povero Sottil, massacrato per colpe evidentemente non sue. Sia ben chiaro, ricordo bene quando ne comandavo il plotone di esecuzione.
Un collega mi ha chiesto di sintetizzare la stagione udinese con una parola. Ci ho pensato poco.
Inadeguatezza.
Inadeguata la rosa, che ad agosto sopravvalutai: se una squadra prende sempre, sempre, sempre gli stessi gol, sulle stesse azioni, negli stessi 'frame' di gara (non a caso gli ultimissimi) significa che, per quanto forti possano essere questi giocatori, non riescono ad essere squadra. La rete di Cristante, nella sua genesi, è ancora più drammatica di quella di Coppola: Ferreira e Walace concedono un calcio d'angolo evitabilissimo; cross e Pellegrini tocca indisturbato guadagnando un altro corner: sullo sviluppo del quale Cristante, da solo in area piccola, mette un altro chiodo, lunghissimo, sulla bara biancanera.
Inadeguati gli staff: 28 punti a 5 giornate dalla fine sono un bottino talmente misero che nessuno si può esimere dall'assumersi una parte di responsabilità. Sottil e Cioffi (di Cannavaro non parlo per ovvi motivi) non sono riusciti, per ragioni diverse, a risolvere dei problemi che ormai appaiono atavici. La marcatura in area sui calci piazzati sarebbe anche divertente se riguardasse altre formazioni, magari di categorie inferiori; la capacità di concedere punti a squadre che non parevano ostacoli insormontabili (come la Salernitana di Liverani) è ammirevole per umanità, ma non porta fieno in cascina; non aver vinto neanche uno scontro diretto, aver reso lo stadio Friuli un groviera facile da espugnare è la colpa più grande.
I vertici hanno forse sottovalutato la situazione, 'battezzando' le solite tre, quattro squadre che alla fine avrebbero fatto meno punti dei bianconeri. Se domani sera la Salernitana non farà un miracolo, domenica alle 15 l'Udinese scenderà al Dall'Ara con tre punti di svantaggio sulla quart'ultima, col piede destro sprofondato nelle sabbie mobili. Parlando a una trasmissione della televisione ex-societaria, dopo la sconfitta col Torino, sostenni che il primo passo verso la curva che aveva abbandonato lo stadio prima della fine l'avrebbe dovuto fare qualcuno della società; non so se sia avvenuto, fosse così sarebbe stato a voce molto bassa. Pazienza.
Inadeguato io! Continuo a sostenere di essere troppo vecchio, di avere un roseo futuro alle spalle, di vivere di ricordi se le certezze sono le nefandezze di oggi. Giudicai male il mercato, male Sottil, male Cioffi: insomma Canciani peggiore in campo per distacco.
Perché scrivo, allora?
Per dire che l'unica parte adeguata alla serie A è la tifoseria. La curva, encomiabile, che ha tappato la bocca a chi li ha giudicati per sentito dire, salvo poi uscirsene con mille distinguo quando le cose accaddero in casa di chi domina. Sbaglia uno, paga una città. Sbaglia un altro, semplici diverbiTutto molto italiano. Tra l'altro anche il paladino antirazzista di zona pare abbia avuto poca gana di difendere un collega passato per mitomane. Va così, cori sottovoce in giro per l'Italia.
È la mia curva, ha difetti come tutte le altre ma cuore grande e lo so per averla frequentata. A loro affianco le migliaia di persone che seguono l'Udinese in trasferta: qualcuno dovrebbe dire a questa pletora di modesti pedatori che i friulani seguono i colori dei Savorgnan, non loro. Non tutti, almeno.
Perché qualcuno lo salvo: Jaka Bijol si presenta in mixed zone e parla col groppo in gola di chi si sente in colpa. Jaka avrà sempre il mio rispetto e il mio abbraccio.
Inadeguati. Chi gioca, chi gestisce, io che commento. Voi dovete farvi un applauso, amici miei: perché in qualsiasi categoria sarete lì, a prendere acqua e freddo. Perché ci credete.
Ecco perché vi voglio bene. Ecco perché delle grandi squadre non mi interessa nulla.
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